Deep faith with God
Oggi possiamo andare in profondità? Possiamo andare molto
in profondità? Andiamo in profondità. Parliamo di: “Fede profonda con Dio”.
Iniziamo con la lettera agli Ebrei 11. Leggiamo i
versetti 1, 2, 3 e poi saltiamo al versetto 6.
Ebrei 11
1 Ora la fede è certezza di cose che si sperano,
dimostrazione di realtà che non si vedono. 2 Infatti, per essa fu
resa buona testimonianza agli antichi. 3 Per fede comprendiamo che i
mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non
sono state tratte da cose apparenti. 6 Ora senza fede è impossibile
piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che
ricompensa tutti quelli che lo cercano.
Mi è stato detto di parlare un po’ più lentamente. Sapete
io vengo da New York e lì parlano in fretta. Cercherò di mantenermi lento.
Voglio veramente meditare sulla parole di qualcuno perché è importante. Mentre
lottiamo, combattiamo e affrontiamo i nemici, nella nostra vita abbiamo quel
tipo di lotte che sono veramente essenziali. Ciò che ci dà forza è vedere
questi giovani che lodano Dio. Sono la prossima generazione di guerrieri di
Cristo e devono intraprendere il loro viaggio per scoprire Cristo; è
straordinario che stiano percorrendo questa strada.
Quando vediamo questo versetto:
“La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione
di realtà che non si vedono”
Potremmo letteralmente fermarci tutto il tempo su questo
passo; prima, però, voglio parlare del contesto generale. Sappiamo tutti che sotto
la leadership della Madre Han, purtroppo, sono successe tutte queste cose:
La redazione del testo. L’80% della Bibbia Celeste è
stato cambiato; è stato cambiato l’inno nazionale, il Giuramento della
Famiglia, i voti della Benedizione; c’è stato il cambiamento da monoteismo a
diteismo. Mi avete sentito parlare di questo milioni di volte. Se non
l’avete fatto, guardate i video. Il Principio Divino è stato escluso dalla
Costituzione. Tutte queste cose le abbiamo viste con i nostri occhi. Questa è
letteralmente la storia che si è sviluppata mentre avvenivano queste
dissacrazioni. Vediamo che lei ha lasciato la sua posizione di oggetto fedele e
obbediente [lei non è il soggetto] proclamandosi Dio, Messia, Figlia Unigenita.
La vediamo promuovere la tribù Han, la sua tribù che per definizione viene dal
lignaggio satanico, perché tutto ciò che è al di fuori del lignaggio del Messia
ha un lignaggio satanico. La vediamo anche detronizzare il Vero Padre. Tutti
abbiamo visto queste fotografie negli ultimi tre anni.
E questa è una foto di quest’anno,
si siede sul trono del Padre in atteggiamento di sfida
A livello personale è
doloroso per me vedere questo, perché lei è mia mamma, ma dal punto di vista
del principio quello che sta succedendo è molto chiaro. È la detronizzazione
del re. Vediamo che stanno succedendo anche cose di cui non eravamo neppure a conoscenza.
Abbiamo scoperto che durante la Benedizione del Giorno di Fondazione nel 2013….
Naturalmente tutti
conoscono questo anello. Ma guardate cosa è successo all’interno
dell’anello?
C’è Solo il nome Hak
Ja Han
Il nome del Padre è
stato tolto dall’anello della Benedizione, l’anello che portate al dito a
significare il vostro patto eterno con Dio. C’è solo il suo nome. Il nome del
lignaggio caduto è lì. È incredibile. Solo questa cosa in sé è un chiaro segno
di quello che lei ha fatto. Quindi ora ci troviamo in questo contesto, siamo in
questa situazione e io penso che una delle domande più importanti sia questa:
“Come si è manifestato questo? Com’è successo?
Vogliamo esaminare,
vogliamo indagare, perché queste sono cose importanti da imparare non solo per
la vostra vita personale, ma per come educherete i vostri figli, per come
educherete la prossima generazione. È importante imparare dalla sua caduta,
imparare cosa è successo che l’ha spinta a fare questo.
Com’è potuto
succedere?
Dobbiamo investigare
com’è potuta cadere dalla grazia.
Come ha digerito le
notti buie dell’anima quando il suo credo e la sua fede erano scossi?
Ha saputo distinguere
fra credo (il suo 5% di responsabilità) e fede?
Cosa si può imparare
su come affrontare le notti buie dell’anima.
La domanda è: “Come
la Madre ha digerito le notti buie dell’anima? In qualunque vita di fede, in
qualunque vita che si muove in direzione di Cristo, ci sono sempre le notti
buie dell’anima, sempre. Fanno parte del cammino. Il buio dell’anima è in tutti.
Non potete sfuggirgli. Lo sperimenterete. È assolutamente essenziale. Il modo
in cui lo affronterete determinerà dove andrete a finire. Così, in che modo lei
ha affrontato le notti buie dell’anima, quando il suo credo e la sua fede
vacillavano? È riuscita a distinguere fra credo [che è il suo 5% di
responsabilità] e fede? Qual è la differenza fra credo e fede?
Non è una bella
domanda questa? Qual è la differenza? C’è una differenza fra credo e fede? È
una domanda molto seria. È importante per la nostra vita spirituale. Amen?
Molto importante. Allora, cosa si può imparare sul modo in cui affrontare il
buio dell’anima?
Guardiamo la
definizione della fede riportata dal dizionario Webster. Chi vuole leggere la
definizione della parola fede? Voglio chiedervi di leggere qualche definizione.
Chi vuole leggere? [un fratello si avvicina allo schermo e legge]
Fede:
Forte credenza o
fiducia in qualcuno o qualcosa.
Credere
nell'esistenza di Dio. Forti sentimenti o convinzioni religiose.
Un sistema di
credenze religiose.
Il buio dell’anima.
Così qui vediamo la definizione comune della fede che è assolutamente il
fondamento della nostra vita. La fede è un credo; è credere in qualcuno o in
qualcosa; è credere all'esistenza di Dio; è un sistema di credenze
religiose. Ecco come comunemente intendiamo la fede; fede è credere in
qualcosa. Perciò lottiamo tutti con questo credo e fede. Notate che quando
lottate, quando affrontate una notte buia dell’anima, quando lottate con la
vostra fede, qual è la domanda che fate? Di solito la domanda che facciamo è:
“Dio, cosa ho fatto di sbagliato? Cosa ho fatto di sbagliato per cui sto
sperimentando questo buio dell’anima?” Quanti di voi hanno avuto questa
esperienza? [Tanti alzano la mano] Così, quando abbiamo difficoltà nella nostra
vita di fede, la nostra reazione comune è: “Dio, cos’ho fatto di male?” Ma
notate che cosa implica questo. Implica che quando facciamo qualcosa di giusto,
riceviamo consolazione nella nostra fede, non è vero? Ora che stiamo facendo
qualcosa di sbagliato, abbiamo questa notte buia. Vedete? È basato su di me,
perché siamo convinti che la fede sia credere. Allora che differenza c’è fra
credo e fede, oppure sono la stessa cosa?
Calvino
La fede (pistis)
permette al credente di conoscere la volontà preferita di Dio. (Cfr. Calvino;
vedi thelçma). Di conseguenza la fede e la volontà preferita di Dio sono
direttamente collegate alla Scrittura.
Calvino ha parlato
della fede. Dice che la fede permette al credente di conoscere la volontà
preferita di Dio o “thelçma”. Di conseguenza la fede e la volontà preferita di
Dio sono collegate direttamente nella Scrittura. La fede non è un semplice
credo. È un tipo di conoscenza. Non è interessante? La fede non è solo un
credo, non è qualcosa che attestate o di cui dite: “Sì, sì, ci credo!” Questa
non è fede. La fede è un tipo di credo, che – dice Calvino - permette al
credente di conoscere la volontà preferita di Dio, la volontà di Dio. È quasi
come una super-conoscenza nel senso che attraverso la fede possiamo capire ciò
che Dio vuole che venga realizzato, quali sono i suoi ordini. Vedete come
questo sarebbe assolutamente supremo nella nostra vita? Sarebbe il tipo più
alto di conoscenza. Quindi la fede si riceve sempre da Dio, non è mai generata
da noi.
Questo lavorerà sulla
vostra mente. Vi allargherà la mente. Oggi voglio che lavoriate un po’. Vi
allargherà la mente. Pensate alla fede, a come di solito lavoriamo con fede.
Voi pensate che la fede sia generata da noi. È un credo che attestiamo, che
viene da noi. Pensiamo che la fede sia questa, ma la fede si riceve da Dio; non
è mai, mai generata da noi. Non è interessante?
Guardiamo Romani 12:
3. Leggiamo insieme [una sorella legge la citazione dallo schermo]
Romani 12:3
Per la grazia che mi
è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è
conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta
valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.
Dio ha assegnato a
ciascuno una misura di fede, in altre parole Dio ci ha dato una misura, una
certa estensione, una quantità di fede. Non è interessante? Non è qualcosa che
generiamo noi. È qualcosa che Dio ci assegna, che Dio ci dà. È una visione
della fede radicalmente diversa, è praticamente diversa al 100% dal modo
in cui normalmente intendiamo la fede.
Vediamo il passo
Efesini 2:8-9. Chi vuole leggere questo passo? Stiamo come facendo un gruppo di
studio della Bibbia. [Una persona legge]
Efesini 2:8-9
8 Infatti è per
grazia che siete stati salvati, mediante la fede [pistis]; e ciò non viene da
voi; è il dono di Dio. 9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se
ne vanti.
Questa è la trappola
comune della fede. Guardate qui: “Non è in virtù di opere affinché nessuno se
ne vanti”. Di solito nella nostra vita di fede pensiamo: “Oh, io ho fatto
questo. Credo tanto, sto facendo condizioni di preghiera, sto digiunando e così
la mia fede cresce. Pensiamo di poter generare la fede. Capite cosa intendo
dire? Il problema con questo è, come scrive Paolo, che finiremo per cominciare
a vantarci, diventeremo quello che è conosciuto come essere presuntuosi. Perciò
è molto importante capire che, come dice Efesini, siete salvati mediante la
fede, e questo non viene da voi stessi. Guardate qui: la fede è un dono di Dio.
È un dono di Dio. In altre parole la fede non è qualcosa che viene da dentro, è
qualcosa che viene da fuori. Non è interessante? Entra in noi, non è qualcosa
che noi produciamo e poi sprigioniamo. La fede è un dono di Dio. È un tipo di
conoscenza della volontà preferita di Dio. Che cosa significa? La parola
originale, la radice, in questo caso “pistis” è peitho, una parola da cui
deriva “piety”, come in “filial piety” in inglese, “pietas” in latino e altre
parole simili nelle lingue romanze.
Ma questa è una
parola che sta per persuasione. La fede letteralmente è una parola che vuol
dire persuasione, essere persuasi, essere persuasi ad avere fiducia. Notate che
non siamo noi a persuadere noi stessi, è Dio che ci persuade. È una conoscenza
della sua divina volontà e questa è la cosa incredibile quando comprendiamo la
fede. Che cos’è la fede? Non è un credo che noi generiamo, non è qualcosa che
io manifesto attraverso i miei sforzi personali; è una conoscenza che riceviamo
da Dio. Non è interessante? Io la visualizzo così. C’è una grande cascata: noi
non cerchiamo di afferrare l’acqua della fede che cade, ma apriamo il palmo
delle mani e lasciamo che la cascata caschi lì dentro, e ringraziamo Dio per
quel dono della fede. Vi aiuta un po’ questa visualizzazione? Oppure se bussate
a una porta, questo sarebbe il vostro credere, credere è bussare alla porta, la
fede è quando vi è dato il dono di poter entrare, quando lui dice: “Avanti!”
Ora avete il dono della fede per entrare alla sua presenza. Non è interessante?
È una visione
totalmente diversa della fede. La fede non si manifesta. So che ci sono tante
persone che lottano persino con l’idea di Dio, con questo genere di cose etc.
Tante volte noi lottiamo per queste cose perché pensiamo che vengano da dentro
di noi; pensiamo: “Non ho abbastanza fede. Non sono abbastanza religioso. Ho
troppo poca fede.” Non è così? Ma se capiamo che in realtà la fede viene da
Dio, è un dono di Dio, questo ribalta totalmente la situazione. Ho trovato un
passo incredibile del teologo Charles Price sulla fede. Leggiamolo insieme.
Charles Price sulla
fede e il credo
“Abbiamo reso la fede
una condizione della mente, quando invece è una grazia del cuore impartita
divinamente…possiamo ricevere la fede solo quando lui ce la dà… non potete
fabbricare la fede, non potete produrla… potete credere a una promessa e nello
stesso tempo non avere la fede per appropriarvene…l’autentica fede biblica non
è la nostra capacità di “considerarlo fatto”, ma la profonda consapevolezza
impartita divinamente nel cuore dell’uomo che è fatto… è la fede che soltanto
Dio può dare… non lottate nella forza della volontà… che errore prendere il
nostro credo in Dio e chiamarlo fede… Cristo, la parola vivente, è la nostra
sufficienza. (Charles Price – The real faith, Logos/publications).
Leggiamo ancora una
volta questo punto: “Che errore prendere il nostro credo in Dio e
chiamarlo fede”. La fede non si genera da dentro.
Da credo a fede
Il credo di una
persona (credere, responsabilità dell’uomo) è vitale (cfr. Ebrei 11:6).
Tuttavia l’incontro
della persona con Cristo (un vero collegamento con lui e la sua parola) è
sempre necessario perché il credo si trasformi in fede.
Pensiamo a quando
crediamo o cerchiamo di credere alle promesse di Dio, nella nostra vita, nelle
nostre preghiere. Può essere una grande quantità di preghiere, possono essere
preghiere grandi o preghiere piccole per se stessi o per gli altri, ma pensiamo
a come di solito crediamo:
Il credo di una
persona (credere è responsabilità dell’uomo, è mia responsabilità) alle
promesse di Dio, è vitale. Fa parte del quadro.
Tuttavia un incontro
personale con Cristo (un vero collegamento con Lui e la sua parola) è SEMPRE,
SEMPRE, SEMPRE necessario affinché il credo si trasformi in fede. Non è
interessante? Quindi, come abbiamo appena visto, la fede non è soltanto credere
in Dio, è il dono che Dio impartisce nell’animo dell’uomo. È la profonda
consapevolezza che questa promessa è realizzata. Capite cosa voglio dire?
Vedete com’è potente? Vedete quanto è forte e sicura? Non è qualcosa che
generiamo da dentro, è un dono impartito nella nostra anima. Poiché Dio è
attivo, mentre scrive l’epistola nel nostro cuore, Dio scrive queste incisioni,
queste comunicazioni divine, questa consapevolezza, questa solida fede come un
dono per noi.
Guardate qui:
“Attraverso un incontro personale”, ecco perché falliamo continuamente. Io
cerco di credere; cerco di avere fede; provo a cercarLo. Che cosa sto facendo
di sbagliato? Cos’è che sbaglio? Cerchiamo di mettere insieme la nostra fede,
cerchiamo di crearla, di generarla, questo è il problema. In altre parole
questo è il nostro credo, ma non è la fede. Affinché il credo si trasformi in fede
deve entrare in contatto con Cristo attraverso la sua parola. Deve farlo,
altrimenti non è fede. Non è interessante? Se non viene, se non avete un
rapporto personale con Lui e la Sua parola, questa non è fede; questo è
credere, è cercare di credere. Vedete la differenza? Non è interessante nel
contesto della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta? È
assolutamente essenziale capire cos’è la fede, è fondamentale, assolutamente
fondamentale.
Guardiamo cosa dice il Principio Divino. Questo è il primo riferimento alla fede nel Principio Divino. Leggiamo insieme.
Guardiamo cosa dice il Principio Divino. Questo è il primo riferimento alla fede nel Principio Divino. Leggiamo insieme.
Principio Divino
"La ragione per
cui le persone che credono in Dio continuano a commettere peccati è perché la
loro fede in Dio è stata puramente concettuale. Non ha toccato i loro
sentimenti più intimi. Chi di loro oserebbe mai commettere peccato se
sperimentasse Dio nel profondo del proprio essere? Non tremerebbero se
sentissero la realtà della legge celeste che quelli che commettono crimini non
possono sfuggire al destino dell’inferno"?
Dunque potete capire
molto chiaramente. Guardate di che cosa parla qui il Padre: essere toccati,
sperimentare. Ci deve essere un incontro con Cristo, altrimenti è solo un
credo, non è fede. E cosa ha detto la Scrittura? Ha detto che se avete fede
quanto un granello di senape potete muovere una montagna: ora potete capire
perché. Perché quel seme non è qualcosa che generate voi. È un dono impartito
divinamente; quel seme minuscolo, quel piccolo granello di senape, quel dono
della fede è stato dato; quel piccolo, minuscolo seme viene da Dio! In quel
minuscolo seme c’è il potere dell’intero universo. Perciò, quando comprendiamo
la fede in questo modo, possiamo distinguerla dal credo, possiamo separarla dal
nostro credo, perché la fede è radicalmente diversa dal credo.
Leggiamo Matteo 8:
5-10.
5 Quando Gesù fu
entrato a Cafarnao, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: 6 «Signore,
il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». 7 Gesù
gli disse: «Io verrò e lo guarirò». 8 Ma il centurione rispose:
«Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto
una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Perché anche io sono uomo
sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno:
"Vai", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e
al mio servo: "Fai questo", ed egli lo fa». 10 Gesù, udito
questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: «Io vi dico
in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande!
Questa è la storia
del centurione. Penso che la conosciate tutti. È la storia di quando Gesù vuole
andare a Cafarnao e incontra il centurione. Quest’uomo ha praticamente delle
truppe sotto il suo comando e il suo servo giace a casa paralizzato, tormentato
dai dolori. Gesù gli dice: “Verrò a casa tua e lo guarirò.” Ma il centurione
dice: “Signore io non sono degno che tu venga sotto il mio tetto. Io ho soldati
sotto di me e se dico loro di andare, vanno. Io so che se dici solo una parola
sarà fatto. Se dici solo una parola, io so che lui guarirà.” Notate come il
centurione crede quando arriva nel luogo dove sa che si trova Gesù. Cammina fin
lì e crede, giusto? Cammina fino là dove si trova Gesù e va da lui; in quel
momento crede in Cristo, giusto? Crede. Capite cosa voglio dire? Ma poi, quando
incontra Cristo, appare questo tipo di fede. Non viene da lui, viene da Dio. Il
centurione risponde: “Signore io non sono degno che tu entri sotto il mio
tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo guarirà”. E cosa dice di lui
Gesù? In Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande, nessuno!”
Vedete, la fede è
direttamente collegata a un incontro con Cristo. Non può essere separata da un
incontro con lui o la sua parola vivente, perché all’inizio c’era la parola.
C’era Dio e con Lui la parola, e la parola divenne carne. Cristo è la parola
vivente, perciò senza incontrarlo attraverso la parola non possiamo avere fede;
il nostro rimane un credo, non si trasforma in una fede solida come la roccia.
Non è interessante? Nella nostra vita è la stessa cosa. Ecco perché cerchiamo
di avere un’esperienza con lo Spirito Santo, con lo spirito del Padre. Ogni
settimana quando vacilliamo, ogni volta che passiamo attraverso un particolare
periodo, non siamo solo alle prese col nostro credo, perché questo ha delle
limitazioni, cerchiamo di far sì che quel credo entri in contatto con Cristo e,
per sua grazia, nel momento giusto scelto da lui, egli trasformerà quel credo
in fede; e quando avete questa fede, avete il potere di superare quella
montagna. Non è interessante? È collegato direttamente all’incontro con Cristo.
Dobbiamo incontrare Cristo per avere una fede grande anche solo come un
granello di senape. È essenziale. Perciò nelle preghiere non dovremmo chiedere:
Dio, aiutami a credere in te. No! [dovremmo chiedere] Aiutami ad incontrati!
Matteo 9
20 Ed ecco una
donna, malata di un flusso di sangue da dodici anni, avvicinatasi da dietro,
gli toccò il lembo della veste, 21 perché diceva fra sé: «Se riesco a
toccare almeno la sua veste, sarò guarita». 22 Gesù si voltò, la
vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell'ora la
donna fu guarita.
Questa è la storia
della donna che aveva un problema con una perdita di sangue. Ne abbiamo parlato
la settimana scorsa parlando del Talit [scialle ebraico]. I ragazzi hanno
detto: Gesù portava il talit? È questo l’aspetto che aveva un uomo ebreo
dell’antichità. Non portava i colori romani: oro, rosso e bianco. Portava
il talit, e il kanaph. Guardate questa storia. Qui è la stessa cosa. La donna
si fa strada tra la folla, arriva da lui, tocca il kanaph del suo abito e nel
Vangelo è scritto che Gesù sentì che la potenza usciva dal suo corpo. Quando
lei lo toccò, Gesù sentì che qualcosa lasciava il suo corpo. C’erano migliaia
di persone intorno a lui che si urtavano tra loro in una grande folla, ma poi
Gesù sente qualcosa. La Scrittura dice: “La potenza lo lasciò”; sentì che
qualcosa lo lasciava e disse: “Chi mi ha toccato?” Ed ebbe questa conversazione
con lei. La donna diceva fra sé: “Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò
guarita”. Gesù si voltò, la vide e disse: “Coraggio, figliola; la tua fede ti
ha guarita”.
Ancora una volta
facciamo l’errore di dire: “La tua fede ti ha guarita”. Ah, tutto ciò che devo
fare è credere. No. No. Credere non vi otterrà la guarigione o la benedizione.
Non è interessante? È una parte importante del processo, ma non è la fede. Non
è la fede. Quando la donna cammina per raggiungere Cristo, lei crede nella
promessa di Dio, sa che lui è il Figlio dell’Uomo, il figlio di Dio e vuole
toccarlo. Se io lo tocco… Io credo, credo, credo, ma deve avere il tocco.
Amen?! Quanti desiderano il tocco di Dio? Capite, abbiamo bisogno del Suo tocco.
Se non siamo toccati, non possiamo avere fede, è impossibile. Il credo è così
diverso dalla fede! È molto diverso. Totalmente diverso. È collegato, ma è
totalmente diverso. Leggiamo:
Romani 9
31 mentre
Israele, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa
legge. 32 Perché? Perché l'ha ricercata non per fede [come un dono di
Dio] ma per opere. Essi hanno urtato nella pietra d'inciampo.
Quanti
unificazionisti incespicano nella pietra di inciampo? Con il mio sforzo, con il
mio credo, con la mia fede… io stabilirò la mia fondazione di fede. Vedete come
questo è già fraintendere la fede. Questo è il motivo per cui
incespichiamo. Non abbiamo raggiunto la legge di giustizia perché non l’abbiamo
cercata per fede, ma per le nostre opere, i nostri sforzi, la nostra volontà
umana. L’abbiamo cercata, abbiamo pensato che potevamo essere giusti con i
nostri sforzi, in quanto non abbiamo bisogno di ricevere un tocco da parte di
Dio per trasformarla.
Galati 3:21-22
21 La legge è
dunque contraria alle promesse di Dio? Così non sia; perché se fosse stata data
una legge capace di dare la vita, allora veramente la giustizia sarebbe venuta
dalla legge. 22 Ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il
peccato, affinché fosse data ai credenti la promessa mediante la fede di Gesù
Cristo.
Guardate questo: “la
fede di Gesù Cristo. Qual è la parola? … data. Notate come non ha detto “la mia
fede”, ma la fede di Gesù Cristo. Noi abbiamo avuto fede assoluta? Gesù, il
Messia ha fede assoluta. Non è qualcosa che si genera, è qualcosa che è dato:
“affinché fosse data” a loro, ai credenti. Credere fa parte di questo, ma se
pensiamo che solo credendo… Qual è quel film che dice: “Credi e si avvererà…o
qualcosa del genere. Non riesco a ricordare. Cos’era, Peter Pan o un film del
genere. Poi ci sono tutti quei libri della New Age come il Segreto. “Oh, tutto
ciò che dovete fare è credere, e si avvererà, l’universo ve lo manderà”.
Affinché la fede di
Cristo fosse data a quelli che credono. Credere è la nostra responsabilità, ma
non è la fede. Fede è quando il credo è trasformato in una consapevolezza impartita
divinamente che sa che è fatto. È una roccia. Non è interessante? Non vacilla.
È una roccia.
Così, quando esaminiamo questo contesto, vediamo che la Madre Han… Quando penso
veramente al tempo in cui ero con lei, nella nostra casa, ora posso vedere il
modello che si è sviluppato. Sapevamo sempre che non era un modello sano, ma
[vediamo la ragione] per cui è andata a finire in questo tipo di caduta. Ogni
volta che lei aveva notti buie dell’anima, ogni volta che aveva dei giorni bui,
dei giorni cupi, lei aveva un’abitudine: credeva e parlava di questo ai suoi
figli. Ci chiamava da lei e diceva: “Perché il Padre è così? Perché sta facendo
così? Non mantiene mai le sue promesse. Perché non è fedele?” Tutto questo,
sempre, costantemente!
Così questo tipo di
pensiero continuo, abituale, di pensare, di credere che Dio l’ha abbandonata,
nessun tocco [di Dio], anche se lei è a posto con Cristo, perché pensa che la
fede viene da lei che la genera, da quanto lei è leale, da come lei è fedele.
Vedete? È lei che fa tutto il lavoro, senza rendersi conto che in realtà quel
dono è un dono dato dall’incontro che lei ha essendo insieme a Cristo. E questo
porta all’abitudine di auto commiserarsi, che si trasforma nell’abitudine di
sentirsi nel giusto (presunzione): “Io l’ho fatto. Io ho creato il Padre! Io ho
sofferto tanto. Lui in realtà non ha sofferto. Io ho sofferto e ho fatto il
Padre. L’ho fatto io”.
Diventa presunzione,
poi diventa facile per il peccato dominare, e poi vedete tutti quei demoni che
la circondano e che la stanno controllando. Quindi nella notte buia della fede
che ognuno di noi ha avuto, ha e avrà la domanda non è: “Dio, cos’ho fatto di
sbagliato?”, perché con questo sottintendete che se fate la cosa giusta
otterrete consolazione, non è vero? Non si tratta di questo. Si tratta di
chiedere: Dio, cosa stai facendo adesso? Non: Cosa sto facendo di sbagliato?
Ma: Dio, cosa stai facendo? Dove mi stai portando adesso? Vogliamo sfuggire al
buio, vogliamo scappare dalle notti buie dell’anima nelle quali vacilliamo;
vogliamo scappare da questo, non vogliamo affrontarlo.
Teresa d’Ávila disse
che quando siete nella notte buia dell’anima non è il momento di strappare le
erbacce. Non è interessante? Quando state lottando con la fede, non è il
momento di cominciare a tirar via le erbacce. Sapete cosa ha detto? È tempo di
entrare nelle erbacce con il giardiniere. Perché c’è una ragione per cui Dio vi
scuote nella vostra fede; non è sempre un attacco da parte del diavolo. Amen?
Tante volte Dio vi scuote come uno “Shmita” e un “Supershmita” per svegliarvi,
perché torniate a Lui. Giusto? Così, quando abbiamo quelle notti, quando
abbiamo quelle lotte, chiediamo a Dio: “Dove mi stai portando? Voglio andare a
vedere le erbacce. Voglio andare a vedere le erbacce, mostrami le erbacce”.
Andate con il giardiniere. Lasciate che vi mostri le erbacce, lasciate che vi
mostri le radici, lasciate che vi mostri le strutture, lasciate che vi mostri
queste cose. Queste cose sono critiche per la vostra vita, sono essenziali,
inevitabili. Se non le affronterete vi perseguiteranno per sempre.
Così Dio ci dà le
notti buie. Proprio come abbiamo il tempo del giorno, così abbiamo il tempo
della notte. Non è nostro compito essere per così dire intossicati
spiritualmente, voler solo sentirci inebriati lodando Dio. Anche quando
lodiamo, quando cantiamo inni di lode, non stiamo cercando di generare un senso
di esaltazione: “Oh, sì. Sì. Ora lo sento. Posso ricavare una piccola
esperienza”. Mentre lodiamo Dio, non facciamo questo. Ovunque siate, ovunque
sia la vostra anima, è il tempo di vedere le erbacce. Forse vi viene voglia di
adorare, oppure sentite lo spirito. Ma se non lo sentite, allora sentite come
vi sentite senza lo spirito. Sperimentate la non-esperienza, giusto? Allora
avrete un’esperienza! Ma non generatela da voi stessi. Non potete farlo.
Abbandonatevi a Lui.
Troppe persone nel
rapporto con Cristo, con il Padre, con Gesù, cercano i piaceri di quel
rapporto, i piaceri, i benefici di quel rapporto, e io posso vederlo. Posso
vedere il diverso tipo di demoni, di arcangeli che circondano la Madre. Essi,
ovviamente, non cercano un rapporto con Cristo, cercano i piaceri, cercano i
benefici, le case, le macchine, il lusso, le ville, i palazzi, lo shopping, i
ristoranti, tutti i benefici… non il rapporto.
È come se foste
sposato con qualcuno. Ho cercato solo i piaceri del mio rapporto con mia moglie,
non ho cercato Yeon Ah, non ho voluto Yeon Ah [in quel momento la moglie si
alza e gli asciuga il sudore dalla fronte. Tutti ridono.] Che forza! Che forza!
Questo si chiamo lo spirito del monaco Shaolin. È come avere un rapporto e
volere tutte le attrezzature di quel rapporto, i benefici, ma non volere quella
persona, quell’anima. Capite?
2 Corinzi 12:9 dice:
“perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”.
Dio ci dice che nei
momenti di debolezza, proprio quando siamo nelle notti buie dell’anima e stiamo
lottando, la nostra fede sta lottando, il nostro credo sta lottando, quel punto
di debolezza può diventare la nostra forza. È un luogo dove Dio può portarci
sempre più in profondità dentro di Sé, può aprire deliberatamente la debolezza,
può aprirla di proposito per mostrare, rivelare una nuova dipendenza da Dio, un
nuovo modo con cui possiamo dipendere da Dio.
Vedete, quelle notti
buie dell’anima, se non impariamo da esse, cosa dice la Scrittura? Anche se io
cammino nella valle dell’ombra della morte, non temerò alcun male. Anche se
siete nella valle, anche se siete nella notte buia, non abbiate paura. Dio sta
aprendo di proposito la debolezza. È un tempo di rivelazione.
Se in quel tempo state
con Lui, se state con il giardiniere, è un tempo di rivelazione. Amen? Nuove
intuizioni, nuove profondità.
Leggiamo la Cheon
Seong Gyeong a pag. 160.
Cheon Seong Gyeong
[Pag. 167 In Italiano]
"Con fede
assoluta, troverete una posizione. Troverete la posizione assoluta, il luogo
dove risiede Dio. Da lì comincerà a risolversi".
Amen!
Alziamoci tutti in
piedi. Oggi mia moglie non parlerà perché è stata occupata con il campo estivo.
Preghiamo insieme. Voglio chiedere a chi desidera cambiare la sua mente da
credo a fede di venire qui a fare questa dichiarazione. Venite qui. Volete
cambiare il vostro vecchio modo di pensare da credo a fede. Lasciate che Dio vi
tocchi. Lasciate che Dio vi tocchi. Vogliamo pregare con voi e per voi su
questo altare. Il tempio di Dio, la chiesa è proprio qui, in mezzo a queste
persone.
Preghiera
Padre Celeste, ti
ringraziamo in questo giorno. Padre, vogliamo esplorare e andare in profondità;
vogliamo liberarci delle idee sbagliate, delle erbacce, non per poterle
sradicare, ma affinché tu ci possa mostrare che aspetto hanno.
Padre, tu puoi
mostrarci le radici, il sistema delle radici, il sistema dello stelo e delle
foglie, in modo che possiamo capire e conoscere la tua volontà determinata.
Possiamo avere una maggiore conoscenza di Te, Padre.
Padre, oggi preghiamo
che tu ci tocchi in modo che cambiamo da credere a ricevere divinamente la
fede. Padre, fa’ che abbiamo una fede che può smuovere le montagne. Padre, fa’
che abbiamo una fede solida come una casa costruita sulla roccia. Padre, fa’ che
abbiamo una fede in grado di spingersi attraverso l’avversità, l’infermità, la
debolezza e quel tempo buio dell’anima.
Padre, sappiamo che
tu sei qui con noi, che cammini con noi, che ci guidi come un pastore, come
nostro Padre. Ci tieni per mano, ci guidi, ci conduci a un nuovo dono, un nuovo
dono della fede. Padre, mentre reclamiamo questa fede, mentre smettiamo di
provare a credere e pensare che questo è quello che facciamo appellandoci a noi
stessi, fa che ci abbandoniamo. Fa che chiediamo l’incontro con te, con il
tocco divino dello spirito, in modo che quel credo che è il nostro 5% possa
essere trasformato dal 95%.
Padre, sappiamo che
stai muovendo questa chiesa mondiale. Tutti ora dalla chiesa mondiale si stanno
svegliando sempre di più in quest’ora critica. È molto importante che capiamo
nel modo giusto come avvicinarci a Te.
Padre, preghiamo che
ogni singolo fratello e sorella qui abbia una nuova rivelazione che lo riempia
che dimori in lui, un tempo di rivelazione nella conoscenza della tua volontà
determinata. Che tu ci persuada nella tua bontà e grazia e che riceviamo il
dono della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta.
Ti ringraziamo tanto
e rendiamo a Te tutta la lode, la gloria e l’onore mentre riportiamo queste
cose a Te nei nostri nomi e preghiamo nel Tuo santo nome. Amen. Aju.
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