lunedì 27 luglio 2015

Profonda fede in Dio, 9 Luglio 2015

Deep faith with God
Oggi possiamo andare in profondità? Possiamo andare molto in profondità? Andiamo in profondità. Parliamo di: “Fede profonda con Dio”.
Iniziamo con la lettera agli Ebrei 11. Leggiamo i versetti 1, 2, 3 e poi saltiamo al versetto 6.
Ebrei 11
1 Ora la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono. 2 Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi. 3 Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti. 6 Ora senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.
Mi è stato detto di parlare un po’ più lentamente. Sapete io vengo da New York e lì parlano in fretta. Cercherò di mantenermi lento. Voglio veramente meditare sulla parole di qualcuno perché è importante. Mentre lottiamo, combattiamo e affrontiamo i nemici, nella nostra vita abbiamo quel tipo di lotte che sono veramente essenziali. Ciò che ci dà forza è vedere questi giovani che lodano Dio. Sono la prossima generazione di guerrieri di Cristo e devono intraprendere il loro viaggio per scoprire Cristo; è straordinario che stiano percorrendo questa strada.
Quando vediamo questo versetto:
“La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono”
Potremmo letteralmente fermarci tutto il tempo su questo passo; prima, però, voglio parlare del contesto generale. Sappiamo tutti che sotto la leadership della Madre Han, purtroppo, sono successe tutte queste cose:
La redazione del testo. L’80% della Bibbia Celeste è stato cambiato; è stato cambiato l’inno nazionale, il Giuramento della Famiglia, i voti della Benedizione; c’è stato il cambiamento da monoteismo a diteismo.  Mi avete sentito parlare di questo milioni di volte. Se non l’avete fatto, guardate i video. Il Principio Divino è stato escluso dalla Costituzione. Tutte queste cose le abbiamo viste con i nostri occhi. Questa è letteralmente la storia che si è sviluppata mentre avvenivano queste dissacrazioni. Vediamo che lei ha lasciato la sua posizione di oggetto fedele e obbediente [lei non è il soggetto] proclamandosi Dio, Messia, Figlia Unigenita. La vediamo promuovere la tribù Han, la sua tribù che per definizione viene dal lignaggio satanico, perché tutto ciò che è al di fuori del lignaggio del Messia ha un lignaggio satanico. La vediamo anche detronizzare il Vero Padre. Tutti abbiamo visto queste fotografie negli ultimi tre anni.

E questa è una foto di quest’anno, si siede sul trono del Padre in atteggiamento di sfida
A livello personale è doloroso per me vedere questo, perché lei è mia mamma, ma dal punto di vista del principio quello che sta succedendo è molto chiaro. È la detronizzazione del re. Vediamo che stanno succedendo anche cose di cui non eravamo neppure a conoscenza. Abbiamo scoperto che durante la Benedizione del Giorno di Fondazione nel 2013….


Naturalmente tutti conoscono questo anello. Ma guardate cosa è successo all’interno dell’anello?
C’è Solo il nome Hak Ja Han
Il nome del Padre è stato tolto dall’anello della Benedizione, l’anello che portate al dito a significare il vostro patto eterno con Dio. C’è solo il suo nome. Il nome del lignaggio caduto è lì. È incredibile. Solo questa cosa in sé è un chiaro segno di quello che lei ha fatto. Quindi ora ci troviamo in questo contesto, siamo in questa situazione e io penso che una delle domande più importanti sia questa: “Come si è manifestato questo? Com’è successo?
Vogliamo esaminare, vogliamo indagare, perché queste sono cose importanti da imparare non solo per la vostra vita personale, ma per come educherete i vostri figli, per come educherete la prossima generazione. È importante imparare dalla sua caduta, imparare cosa è successo che l’ha spinta a fare questo.
Com’è potuto succedere?
Dobbiamo investigare com’è potuta cadere dalla grazia.
Come ha digerito le notti buie dell’anima quando il suo credo e la sua fede erano scossi?
Ha saputo distinguere fra credo (il suo 5% di responsabilità) e fede?
Cosa si può imparare su come affrontare le notti buie dell’anima.
La domanda è: “Come la Madre ha digerito le notti buie dell’anima? In qualunque vita di fede, in qualunque vita che si muove in direzione di Cristo, ci sono sempre le notti buie dell’anima, sempre. Fanno parte del cammino. Il buio dell’anima è in tutti. Non potete sfuggirgli. Lo sperimenterete. È assolutamente essenziale. Il modo in cui lo affronterete determinerà dove andrete a finire. Così, in che modo lei ha affrontato le notti buie dell’anima, quando il suo credo e la sua fede vacillavano? È riuscita a distinguere fra credo [che è il suo 5% di responsabilità] e fede? Qual è la differenza fra credo e fede?
Non è una bella domanda questa? Qual è la differenza? C’è una differenza fra credo e fede? È una domanda molto seria. È importante per la nostra vita spirituale. Amen? Molto importante. Allora, cosa si può imparare sul modo in cui affrontare il buio dell’anima?
Guardiamo la definizione della fede riportata dal dizionario Webster. Chi vuole leggere la definizione della parola fede? Voglio chiedervi di leggere qualche definizione. Chi vuole leggere? [un fratello si avvicina allo schermo e legge]
Fede:  
Forte credenza o fiducia in qualcuno o qualcosa.
Credere nell'esistenza di Dio. Forti sentimenti o convinzioni religiose.
Un sistema di credenze religiose.
Il buio dell’anima. Così qui vediamo la definizione comune della fede che è assolutamente il fondamento della nostra vita. La fede è un credo; è credere in qualcuno o in qualcosa; è credere all'esistenza di Dio; è un sistema di credenze religiose. Ecco come comunemente intendiamo la fede; fede è credere in qualcosa. Perciò lottiamo tutti con questo credo e fede. Notate che quando lottate, quando affrontate una notte buia dell’anima, quando lottate con la vostra fede, qual è la domanda che fate? Di solito la domanda che facciamo è: “Dio, cosa ho fatto di sbagliato? Cosa ho fatto di sbagliato per cui sto sperimentando questo buio dell’anima?” Quanti di voi hanno avuto questa esperienza? [Tanti alzano la mano] Così, quando abbiamo difficoltà nella nostra vita di fede, la nostra reazione comune è: “Dio, cos’ho fatto di male?” Ma notate che cosa implica questo. Implica che quando facciamo qualcosa di giusto, riceviamo consolazione nella nostra fede, non è vero? Ora che stiamo facendo qualcosa di sbagliato, abbiamo questa notte buia. Vedete? È basato su di me, perché siamo convinti che la fede sia credere. Allora che differenza c’è fra credo e fede, oppure sono la stessa cosa?
Calvino
La fede (pistis) permette al credente di conoscere la volontà preferita di Dio. (Cfr. Calvino; vedi thelçma). Di conseguenza la fede e la volontà preferita di Dio sono direttamente collegate alla Scrittura.
Calvino ha parlato della fede. Dice che la fede permette al credente di conoscere la volontà preferita di Dio o “thelçma”. Di conseguenza la fede e la volontà preferita di Dio sono collegate direttamente nella Scrittura. La fede non è un semplice credo. È un tipo di conoscenza. Non è interessante? La fede non è solo un credo, non è qualcosa che attestate o di cui dite: “Sì, sì, ci credo!” Questa non è fede. La fede è un tipo di credo, che – dice Calvino - permette al credente di conoscere la volontà preferita di Dio, la volontà di Dio. È quasi come una super-conoscenza nel senso che attraverso la fede possiamo capire ciò che Dio vuole che venga realizzato, quali sono i suoi ordini. Vedete come questo sarebbe assolutamente supremo nella nostra vita? Sarebbe il tipo più alto di conoscenza. Quindi la fede si riceve sempre da Dio, non è mai generata da noi.
Questo lavorerà sulla vostra mente. Vi allargherà la mente. Oggi voglio che lavoriate un po’. Vi allargherà la mente. Pensate alla fede, a come di solito lavoriamo con fede. Voi pensate che la fede sia generata da noi. È un credo che attestiamo, che viene da noi. Pensiamo che la fede sia questa, ma la fede si riceve da Dio; non è mai, mai generata da noi. Non è interessante?
Guardiamo Romani 12: 3. Leggiamo insieme [una sorella legge la citazione dallo schermo]
Romani 12:3
Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.
Dio ha assegnato a ciascuno una misura di fede, in altre parole Dio ci ha dato una misura, una certa estensione, una quantità di fede. Non è interessante? Non è qualcosa che generiamo noi. È qualcosa che Dio ci assegna, che Dio ci dà. È una visione della fede radicalmente diversa, è praticamente diversa al 100% dal modo in cui normalmente intendiamo la fede.
Vediamo il passo Efesini 2:8-9. Chi vuole leggere questo passo? Stiamo come facendo un gruppo di studio della Bibbia. [Una persona legge]
Efesini 2:8-9
8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede [pistis]; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti.
Questa è la trappola comune della fede. Guardate qui: “Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti”. Di solito nella nostra vita di fede pensiamo: “Oh, io ho fatto questo. Credo tanto, sto facendo condizioni di preghiera, sto digiunando e così la mia fede cresce. Pensiamo di poter generare la fede. Capite cosa intendo dire? Il problema con questo è, come scrive Paolo, che finiremo per cominciare a vantarci, diventeremo quello che è conosciuto come essere presuntuosi. Perciò è molto importante capire che, come dice Efesini, siete salvati mediante la fede, e questo non viene da voi stessi. Guardate qui: la fede è un dono di Dio. È un dono di Dio. In altre parole la fede non è qualcosa che viene da dentro, è qualcosa che viene da fuori. Non è interessante? Entra in noi, non è qualcosa che noi produciamo e poi sprigioniamo. La fede è un dono di Dio. È un tipo di conoscenza della volontà preferita di Dio. Che cosa significa? La parola originale, la radice, in questo caso “pistis” è peitho, una parola da cui deriva “piety”, come in “filial piety” in inglese, “pietas” in latino e altre parole simili nelle lingue romanze.
Ma questa è una parola che sta per persuasione. La fede letteralmente è una parola che vuol dire persuasione, essere persuasi, essere persuasi ad avere fiducia. Notate che non siamo noi a persuadere noi stessi, è Dio che ci persuade. È una conoscenza della sua divina volontà e questa è la cosa incredibile quando comprendiamo la fede. Che cos’è la fede? Non è un credo che noi generiamo, non è qualcosa che io manifesto attraverso i miei sforzi personali; è una conoscenza che riceviamo da Dio. Non è interessante? Io la visualizzo così. C’è una grande cascata: noi non cerchiamo di afferrare l’acqua della fede che cade, ma apriamo il palmo delle mani e lasciamo che la cascata caschi lì dentro, e ringraziamo Dio per quel dono della fede. Vi aiuta un po’ questa visualizzazione? Oppure se bussate a una porta, questo sarebbe il vostro credere, credere è bussare alla porta, la fede è quando vi è dato il dono di poter entrare, quando lui dice: “Avanti!” Ora avete il dono della fede per entrare alla sua presenza. Non è interessante?
È una visione totalmente diversa della fede. La fede non si manifesta. So che ci sono tante persone che lottano persino con l’idea di Dio, con questo genere di cose etc. Tante volte noi lottiamo per queste cose perché pensiamo che vengano da dentro di noi; pensiamo: “Non ho abbastanza fede. Non sono abbastanza religioso. Ho troppo poca fede.” Non è così? Ma se capiamo che in realtà la fede viene da Dio, è un dono di Dio, questo ribalta totalmente la situazione. Ho trovato un passo incredibile del teologo Charles Price sulla fede. Leggiamolo insieme.
Charles Price sulla fede e il credo
“Abbiamo reso la fede una condizione della mente, quando invece è una grazia del cuore impartita divinamente…possiamo ricevere la fede solo quando lui ce la dà… non potete fabbricare la fede, non potete produrla… potete credere a una promessa e nello stesso tempo non avere la fede per appropriarvene…l’autentica fede biblica non è la nostra capacità di “considerarlo fatto”, ma la profonda consapevolezza impartita divinamente nel cuore dell’uomo che è fatto… è la fede che soltanto Dio può dare… non lottate nella forza della volontà… che errore prendere il nostro credo in Dio e chiamarlo fede… Cristo, la parola vivente, è la nostra sufficienza. (Charles Price – The real faith, Logos/publications).
Leggiamo ancora una volta questo punto: “Che errore prendere il nostro credo in Dio e chiamarlo fede”. La fede non si genera da dentro.
Da credo a fede
Il credo di una persona (credere, responsabilità dell’uomo) è vitale (cfr. Ebrei 11:6).
Tuttavia l’incontro della persona con Cristo (un vero collegamento con lui e la sua parola) è sempre necessario perché il credo si trasformi in fede.
Pensiamo a quando crediamo o cerchiamo di credere alle promesse di Dio, nella nostra vita, nelle nostre preghiere. Può essere una grande quantità di preghiere, possono essere preghiere grandi o preghiere piccole per se stessi o per gli altri, ma pensiamo a come di solito crediamo:
Il credo di una persona (credere è responsabilità dell’uomo, è mia responsabilità) alle promesse di Dio, è vitale. Fa parte del quadro.
Tuttavia un incontro personale con Cristo (un vero collegamento con Lui e la sua parola) è SEMPRE, SEMPRE, SEMPRE necessario affinché il credo si trasformi in fede. Non è interessante? Quindi, come abbiamo appena visto, la fede non è soltanto credere in Dio, è il dono che Dio impartisce nell’animo dell’uomo. È la profonda consapevolezza che questa promessa è realizzata. Capite cosa voglio dire? Vedete com’è potente? Vedete quanto è forte e sicura? Non è qualcosa che generiamo da dentro, è un dono impartito nella nostra anima. Poiché Dio è attivo, mentre scrive l’epistola nel nostro cuore, Dio scrive queste incisioni, queste comunicazioni divine, questa consapevolezza, questa solida fede come un dono per noi.
Guardate qui: “Attraverso un incontro personale”, ecco perché falliamo continuamente. Io cerco di credere; cerco di avere fede; provo a cercarLo. Che cosa sto facendo di sbagliato? Cos’è che sbaglio? Cerchiamo di mettere insieme la nostra fede, cerchiamo di crearla, di generarla, questo è il problema. In altre parole questo è il nostro credo, ma non è la fede. Affinché il credo si trasformi in fede deve entrare in contatto con Cristo attraverso la sua parola. Deve farlo, altrimenti non è fede. Non è interessante? Se non viene, se non avete un rapporto personale con Lui e la Sua parola, questa non è fede; questo è credere, è cercare di credere. Vedete la differenza? Non è interessante nel contesto della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta? È assolutamente essenziale capire cos’è la fede, è fondamentale, assolutamente fondamentale. 

Guardiamo cosa dice il Principio Divino. Questo è il primo riferimento alla fede nel Principio Divino. Leggiamo insieme.
Principio Divino
"La ragione per cui le persone che credono in Dio continuano a commettere peccati è perché la loro fede in Dio è stata puramente concettuale. Non ha toccato i loro sentimenti più intimi. Chi  di loro oserebbe mai commettere peccato se sperimentasse Dio nel profondo del proprio essere? Non tremerebbero se sentissero la realtà della legge celeste che quelli che commettono crimini non possono sfuggire al destino dell’inferno"?
Dunque potete capire molto chiaramente. Guardate di che cosa parla qui il Padre: essere toccati, sperimentare. Ci deve essere un incontro con Cristo, altrimenti è solo un credo, non è fede. E cosa ha detto la Scrittura? Ha detto che se avete fede quanto un granello di senape potete muovere una montagna: ora potete capire perché. Perché quel seme non è qualcosa che generate voi. È un dono impartito divinamente; quel seme minuscolo, quel piccolo granello di senape, quel dono della fede è stato dato; quel piccolo, minuscolo seme viene da Dio! In quel minuscolo seme c’è il potere dell’intero universo. Perciò, quando comprendiamo la fede in questo modo, possiamo distinguerla dal credo, possiamo separarla dal nostro credo, perché la fede è radicalmente diversa dal credo.
Leggiamo Matteo 8: 5-10.
5 Quando Gesù fu entrato a Cafarnao, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: 6 «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». 7 Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». 8 Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Vai", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fai questo", ed egli lo fa». 10 Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande!
Questa è la storia del centurione. Penso che la conosciate tutti. È la storia di quando Gesù vuole andare a Cafarnao e incontra il centurione. Quest’uomo ha praticamente delle truppe sotto il suo comando e il suo servo giace a casa paralizzato, tormentato dai dolori. Gesù gli dice: “Verrò a casa tua e lo guarirò.” Ma il centurione dice: “Signore io non sono degno che tu venga sotto il mio tetto. Io ho soldati sotto di me e se dico loro di andare, vanno. Io so che se dici solo una parola sarà fatto. Se dici solo una parola, io so che lui guarirà.” Notate come il centurione crede quando arriva nel luogo dove sa che si trova Gesù. Cammina fin lì e crede, giusto? Cammina fino là dove si trova Gesù e va da lui; in quel momento crede in Cristo, giusto? Crede. Capite cosa voglio dire? Ma poi, quando incontra Cristo, appare questo tipo di fede. Non viene da lui, viene da Dio. Il centurione risponde: “Signore io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo guarirà”. E cosa dice di lui Gesù? In Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande, nessuno!”
Vedete, la fede è direttamente collegata a un incontro con Cristo. Non può essere separata da un incontro con lui o la sua parola vivente, perché all’inizio c’era la parola. C’era Dio e con Lui la parola, e la parola divenne carne. Cristo è la parola vivente, perciò senza incontrarlo attraverso la parola non possiamo avere fede; il nostro rimane un credo, non si trasforma in una fede solida come la roccia. Non è interessante? Nella nostra vita è la stessa cosa. Ecco perché cerchiamo di avere un’esperienza con lo Spirito Santo, con lo spirito del Padre. Ogni settimana quando vacilliamo, ogni volta che passiamo attraverso un particolare periodo, non siamo solo alle prese col nostro credo, perché questo ha delle limitazioni, cerchiamo di far sì che quel credo entri in contatto con Cristo e, per sua grazia, nel momento giusto scelto da lui, egli trasformerà quel credo in fede; e quando avete questa fede, avete il potere di superare quella montagna. Non è interessante? È collegato direttamente all’incontro con Cristo. Dobbiamo incontrare Cristo per avere una fede grande anche solo come un granello di senape. È essenziale. Perciò nelle preghiere non dovremmo chiedere: Dio, aiutami a credere in te. No! [dovremmo chiedere] Aiutami ad incontrati!
Matteo 9
20 Ed ecco una donna, malata di un flusso di sangue da dodici anni, avvicinatasi da dietro, gli toccò il lembo della veste, 21 perché diceva fra sé: «Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita». 22 Gesù si voltò, la vide, e disse: «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell'ora la donna fu guarita.
Questa è la storia della donna che aveva un problema con una perdita di sangue. Ne abbiamo parlato la settimana scorsa parlando del Talit [scialle ebraico]. I ragazzi hanno detto: Gesù portava il talit? È questo l’aspetto che aveva un uomo ebreo dell’antichità. Non portava i colori romani: oro, rosso e bianco. Portava il talit, e il kanaph. Guardate questa storia. Qui è la stessa cosa. La donna si fa strada tra la folla, arriva da lui, tocca il kanaph del suo abito e nel Vangelo è scritto che Gesù sentì che la potenza usciva dal suo corpo. Quando lei lo toccò, Gesù sentì che qualcosa lasciava il suo corpo. C’erano migliaia di persone intorno a lui che si urtavano tra loro in una grande folla, ma poi Gesù sente qualcosa. La Scrittura dice: “La potenza lo lasciò”; sentì che qualcosa lo lasciava e disse: “Chi mi ha toccato?” Ed ebbe questa conversazione con lei. La donna diceva fra sé: “Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita”. Gesù si voltò, la vide e disse: “Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita”.
Ancora una volta facciamo l’errore di dire: “La tua fede ti ha guarita”. Ah, tutto ciò che devo fare è credere. No. No. Credere non vi otterrà la guarigione o la benedizione. Non è interessante? È una parte importante del processo, ma non è la fede. Non è la fede. Quando la donna cammina per raggiungere Cristo, lei crede nella promessa di Dio, sa che lui è il Figlio dell’Uomo, il figlio di Dio e vuole toccarlo. Se io lo tocco… Io credo, credo, credo, ma deve avere il tocco. Amen?! Quanti desiderano il tocco di Dio? Capite, abbiamo bisogno del Suo tocco. Se non siamo toccati, non possiamo avere fede, è impossibile. Il credo è così diverso dalla fede! È molto diverso. Totalmente diverso. È collegato, ma è totalmente diverso. Leggiamo:
Romani 9
31 mentre Israele, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge. 32 Perché? Perché l'ha ricercata non per fede [come un dono di Dio] ma per opere. Essi hanno urtato nella pietra d'inciampo.
Quanti unificazionisti incespicano nella pietra di inciampo? Con il mio sforzo, con il mio credo, con la mia fede… io stabilirò la mia fondazione di fede. Vedete come questo è già fraintendere la fede.  Questo è il motivo per cui incespichiamo. Non abbiamo raggiunto la legge di giustizia perché non l’abbiamo cercata per fede, ma per le nostre opere, i nostri sforzi, la nostra volontà umana. L’abbiamo cercata, abbiamo pensato che potevamo essere giusti con i nostri sforzi, in quanto non abbiamo bisogno di ricevere un tocco da parte di Dio per trasformarla.
Galati 3:21-22
21 La legge è dunque contraria alle promesse di Dio? Così non sia; perché se fosse stata data una legge capace di dare la vita, allora veramente la giustizia sarebbe venuta dalla legge. 22 Ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, affinché fosse data ai credenti la promessa mediante la fede di Gesù Cristo.
Guardate questo: “la fede di Gesù Cristo. Qual è la parola? … data. Notate come non ha detto “la mia fede”, ma la fede di Gesù Cristo. Noi abbiamo avuto fede assoluta? Gesù, il Messia ha fede assoluta. Non è qualcosa che si genera, è qualcosa che è dato: “affinché fosse data” a loro, ai credenti. Credere fa parte di questo, ma se pensiamo che solo credendo… Qual è quel film che dice: “Credi e si avvererà…o qualcosa del genere. Non riesco a ricordare. Cos’era, Peter Pan o un film del genere. Poi ci sono tutti quei libri della New Age come il Segreto. “Oh, tutto ciò che dovete fare è credere, e si avvererà, l’universo ve lo manderà”.
Affinché la fede di Cristo fosse data a quelli che credono. Credere è la nostra responsabilità, ma non è la fede. Fede è quando il credo è trasformato in una consapevolezza impartita divinamente che sa che è fatto. È una roccia. Non è interessante? Non vacilla. È una roccia.
Così, quando esaminiamo questo contesto, vediamo che la Madre Han… Quando penso veramente al tempo in cui ero con lei, nella nostra casa, ora posso vedere il modello che si è sviluppato. Sapevamo sempre che non era un modello sano, ma [vediamo la ragione] per cui è andata a finire in questo tipo di caduta. Ogni volta che lei aveva notti buie dell’anima, ogni volta che aveva dei giorni bui, dei giorni cupi, lei aveva un’abitudine: credeva e parlava di questo ai suoi figli. Ci chiamava da lei e diceva: “Perché il Padre è così? Perché sta facendo così? Non mantiene mai le sue promesse. Perché non è fedele?” Tutto questo, sempre, costantemente!
Così questo tipo di pensiero continuo, abituale, di pensare, di credere che Dio l’ha abbandonata, nessun tocco [di Dio], anche se lei è a posto con Cristo, perché pensa che la fede viene da lei che la genera, da quanto lei è leale, da come lei è fedele. Vedete? È lei che fa tutto il lavoro, senza rendersi conto che in realtà quel dono è un dono dato dall’incontro che lei ha essendo insieme a Cristo. E questo porta all’abitudine di auto commiserarsi, che si trasforma nell’abitudine di sentirsi nel giusto (presunzione): “Io l’ho fatto. Io ho creato il Padre! Io ho sofferto tanto. Lui in realtà non ha sofferto. Io ho sofferto e ho fatto il Padre. L’ho fatto io”.
Diventa presunzione, poi diventa facile per il peccato dominare, e poi vedete tutti quei demoni che la circondano e che la stanno controllando. Quindi nella notte buia della fede che ognuno di noi ha avuto, ha e avrà la domanda non è: “Dio, cos’ho fatto di sbagliato?”, perché con questo sottintendete che se fate la cosa giusta otterrete consolazione, non è vero? Non si tratta di questo. Si tratta di chiedere: Dio, cosa stai facendo adesso? Non: Cosa sto facendo di sbagliato? Ma: Dio, cosa stai facendo? Dove mi stai portando adesso? Vogliamo sfuggire al buio, vogliamo scappare dalle notti buie dell’anima nelle quali vacilliamo; vogliamo scappare da questo, non vogliamo affrontarlo.
Teresa d’Ávila disse che quando siete nella notte buia dell’anima non è il momento di strappare le erbacce. Non è interessante? Quando state lottando con la fede, non è il momento di cominciare a tirar via le erbacce. Sapete cosa ha detto? È tempo di entrare nelle erbacce con il giardiniere. Perché c’è una ragione per cui Dio vi scuote nella vostra fede; non è sempre un attacco da parte del diavolo. Amen? Tante volte Dio vi scuote come uno “Shmita” e un “Supershmita” per svegliarvi, perché torniate a Lui. Giusto? Così, quando abbiamo quelle notti, quando abbiamo quelle lotte, chiediamo a Dio: “Dove mi stai portando? Voglio andare a vedere le erbacce. Voglio andare a vedere le erbacce, mostrami le erbacce”. Andate con il giardiniere. Lasciate che vi mostri le erbacce, lasciate che vi mostri le radici, lasciate che vi mostri le strutture, lasciate che vi mostri queste cose. Queste cose sono critiche per la vostra vita, sono essenziali, inevitabili. Se non le affronterete vi perseguiteranno per sempre.
Così Dio ci dà le notti buie. Proprio come abbiamo il tempo del giorno, così abbiamo il tempo della notte. Non è nostro compito essere per così dire intossicati spiritualmente, voler solo sentirci inebriati lodando Dio. Anche quando lodiamo, quando cantiamo inni di lode, non stiamo cercando di generare un senso di esaltazione: “Oh, sì. Sì. Ora lo sento. Posso ricavare una piccola esperienza”. Mentre lodiamo Dio, non facciamo questo. Ovunque siate, ovunque sia la vostra anima, è il tempo di vedere le erbacce. Forse vi viene voglia di adorare, oppure sentite lo spirito. Ma se non lo sentite, allora sentite come vi sentite senza lo spirito. Sperimentate la non-esperienza, giusto? Allora avrete un’esperienza! Ma non generatela da voi stessi. Non potete farlo. Abbandonatevi a Lui.
Troppe persone nel rapporto con Cristo, con il Padre, con Gesù, cercano i piaceri di quel rapporto, i piaceri, i benefici di quel rapporto, e io posso vederlo. Posso vedere il diverso tipo di demoni, di arcangeli che circondano la Madre. Essi, ovviamente, non cercano un rapporto con Cristo, cercano i piaceri, cercano i benefici, le case, le macchine, il lusso, le ville, i palazzi, lo shopping, i ristoranti, tutti i benefici… non il rapporto.
È come se foste sposato con qualcuno. Ho cercato solo i piaceri del mio rapporto con mia moglie, non ho cercato Yeon Ah, non ho voluto Yeon Ah [in quel momento la moglie si alza e gli asciuga il sudore dalla fronte. Tutti ridono.] Che forza! Che forza! Questo si chiamo lo spirito del monaco Shaolin. È come avere un rapporto e volere tutte le attrezzature di quel rapporto, i benefici, ma non volere quella persona, quell’anima. Capite?
2 Corinzi 12:9 dice: “perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”.
Dio ci dice che nei momenti di debolezza, proprio quando siamo nelle notti buie dell’anima e stiamo lottando, la nostra fede sta lottando, il nostro credo sta lottando, quel punto di debolezza può diventare la nostra forza. È un luogo dove Dio può portarci sempre più in profondità dentro di Sé, può aprire deliberatamente la debolezza, può aprirla di proposito per mostrare, rivelare una nuova dipendenza da Dio, un nuovo modo con cui possiamo dipendere da Dio.
Vedete, quelle notti buie dell’anima, se non impariamo da esse, cosa dice la Scrittura? Anche se io cammino nella valle dell’ombra della morte, non temerò alcun male. Anche se siete nella valle, anche se siete nella notte buia, non abbiate paura. Dio sta aprendo di proposito la debolezza. È un tempo di rivelazione.
Se in quel tempo state con Lui, se state con il giardiniere, è un tempo di rivelazione. Amen? Nuove intuizioni, nuove profondità. 
Leggiamo la Cheon Seong Gyeong a pag. 160.
Cheon Seong Gyeong [Pag. 167 In Italiano]
"Con fede assoluta, troverete una posizione. Troverete la posizione assoluta, il luogo dove risiede Dio. Da lì comincerà a risolversi".
Amen!
Alziamoci tutti in piedi. Oggi mia moglie non parlerà perché è stata occupata con il campo estivo. Preghiamo insieme. Voglio chiedere a chi desidera cambiare la sua mente da credo a fede di venire qui a fare questa dichiarazione. Venite qui. Volete cambiare il vostro vecchio modo di pensare da credo a fede. Lasciate che Dio vi tocchi. Lasciate che Dio vi tocchi. Vogliamo pregare con voi e per voi su questo altare. Il tempio di Dio, la chiesa è proprio qui, in mezzo a queste persone.
Preghiera
Padre Celeste, ti ringraziamo in questo giorno. Padre, vogliamo esplorare e andare in profondità; vogliamo liberarci delle idee sbagliate, delle erbacce, non per poterle sradicare, ma affinché tu ci possa mostrare che aspetto hanno.
Padre, tu puoi mostrarci le radici, il sistema delle radici, il sistema dello stelo e delle foglie, in modo che possiamo capire e conoscere la tua volontà determinata. Possiamo avere una maggiore conoscenza di Te, Padre.
Padre, oggi preghiamo che tu ci tocchi in modo che cambiamo da credere a ricevere divinamente la fede. Padre, fa’ che abbiamo una fede che può smuovere le montagne. Padre, fa’ che abbiamo una fede solida come una casa costruita sulla roccia. Padre, fa’ che abbiamo una fede in grado di spingersi attraverso l’avversità, l’infermità, la debolezza e quel tempo buio dell’anima.
Padre, sappiamo che tu sei qui con noi, che cammini con noi, che ci guidi come un pastore, come nostro Padre. Ci tieni per mano, ci guidi, ci conduci a un nuovo dono, un nuovo dono della fede. Padre, mentre reclamiamo questa fede, mentre smettiamo di provare a credere e pensare che questo è quello che facciamo appellandoci a noi stessi, fa che ci abbandoniamo. Fa che chiediamo l’incontro con te, con il tocco divino dello spirito, in modo che quel credo che è il nostro 5% possa essere trasformato dal 95%.
Padre, sappiamo che stai muovendo questa chiesa mondiale. Tutti ora dalla chiesa mondiale si stanno svegliando sempre di più in quest’ora critica. È molto importante che capiamo nel modo giusto come avvicinarci a Te.
Padre, preghiamo che ogni singolo fratello e sorella qui abbia una nuova rivelazione che lo riempia che dimori in lui, un tempo di rivelazione nella conoscenza della tua volontà determinata. Che tu ci persuada nella tua bontà e grazia e che riceviamo il dono della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta.
Ti ringraziamo tanto e rendiamo a Te tutta la lode, la gloria e l’onore mentre riportiamo queste cose a Te nei nostri nomi e preghiamo nel Tuo santo nome. Amen. Aju.


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