mercoledì 3 giugno 2015

La casa dell'armonia celeste, febbraio 2006

"Cheon Hwa Dang" due persone unite
Come Unificazionisti, noi crediamo che praticare la trasformazione di se stessi (unità mente e corpo), coltivando in modo profondo e responsabile le nostre relazioni coniugali e creando famiglie forti e sane, ci preparerà meglio a servire la società e a rendere possibile una pace vera e duratura per il Mondo, Dio e i Veri Genitori.
Questo ha creato la fondazione per “Hwa” o Armonia e quando ciò si verifica allora loro possono diventare la “Casa dell’Armonia Celeste.” Teologicamente è stata una incredibile dichiarazione, e cioè quando noi uniti mente e corpo ci uniamo insieme al nostro coniuge, possiamo essere il luogo o la sorgente dell’Armonia Celeste. Da ciascuno dei coniugi uniti provengono i semi per una famiglia armoniosa, e da una famiglia armoniosa può derivare una società armoniosa, una nazione e un mondo armonioso. Questo insegnamento per me è stato il catalizzatore per portare a stare insieme gli elementi nella mia vita privata e il libro che adesso stai leggendo è il risultato diretto di questo profondo insegnamento, i tre caratteri che il Vero Padre ha scritto quel giorno – “Cheon Hwa Dang.”
Da un lato, ho già avuto modo di impegnarmi seriamente in un regime di vita monastica dove la giornata inizia alle 2:30 di mattina  seguita da ore e ore di esercizi fisici e mentali. Ma dall’altro lato, a quell’epoca ero padre di tre bambini e sentivo una forte diversità quasi inconciliabile tra la vita religiosa fatta di pratica spirituale zelante e la vita familiare, fatta di cose ordinarie come pulire il vasino dei bambini, oppure pulire la casa, o fare il bucato, etc. Due modi di vita diametralmente opposti.
Provavo un forte conflitto interiore. Vivevo in mezzo a due modi di vita che erano incredibili, e che mi sembravano, alle volte, essere diametralmente opposti l’un l’altro.
Tradizionalmente, nella religione devono esistere queste due categorie o tipo di membro: il contemplativo e colui che ha una famiglia, il laico.
Questi due tipi o modalità di vita religiosa si sono quasi sempre esclusi a vicenda, il ruolo del contemplativo è stato separato dal ruolo di colui che cresce una famiglia. Le tradizioni monastiche del   Cristianesimo, Buddismo, Giudaismo, Taoismo, Induismo, ecc. hanno cercato di relegare la vita contemplativa ad una varietà di programmi spirituali appassionati ed impegnativi.
Il ruolo di una persona di famiglia era più convenzionalmente applicato ai laici non in grado di riportare l'impegno ad un percorso religioso così rigoroso. In altre parole il ruolo "più alto" di professionista spirituale, è stato dato al monaco celibe, mentre il laico con una famiglia era di solito un seguace di questi monaci. Non vi è alcun dubbio riguardo il valore della tradizione monastica, dove i monaci e le monache si offrono alla vita di sacrificio del celibato e di esercizio e servizio spirituale rigoroso.
Queste comunità di monaci hanno abbandonato tutti i desideri personali e le comodità per essere un esempio nel loro livello di impegno e dedizione per le loro rispettive fedi. Affinché la tradizione del celibato viva in queste tradizioni monastiche, i monaci e le monache sono ciò che gli studiosi definiscono la "risorsa di energia in eccesso " che altre persone che crescono famiglie ed hanno impegni "mondani" non posseggono. Questa risorsa di energia in eccesso è stato rivolta, attraverso i vari periodi della storia, al servizio degli altri.
Durante la Grande Depressione in America del 1930, le suore cattoliche a New York sostennero l’attività esplicita di raccolta e crescita di orfani che venivano abbandonati durante i tempi difficili.  Analogamente, nel Buddismo, i monasteri sono stati luoghi dove i bambini abbandonati venivano allevati e cresciuti, e nel caso moderno dello Sri Lanka, i monaci sono stati i primi a fornire cibo, riparo e conforto alle vittime dei disastri dello tsunami del 2004.
Ciò premesso, vorrei esprimere la mia posizione fin dall'inizio: è mia convinzione personale che questi lati apparentemente incompatibili della vita religiosa, cioè quello di un monaco e quella  di un uomo o donna di famiglia, devono essere integrati e unificati nella pratica dell’ Unificazione e che la chiave per farlo è ampliando la definizione di "religioso" e "pratica spirituale."
Nella mia vita, da un lato, ho vissuto uno stile di vita monastico completo che comprendeva una pratica e una formazione profonda. Dall’altra parte, ho avuto la benedizione di poter essere un marito per la mia amabile moglie da otto anni e un padre per i nostri bellissimi figli.
Ampliare il significato di "religioso" o pratiche spirituali
Per molti, noi potremmo individualmente uscire e fare il lavoro "religioso" della chiesa o fare "pratica spirituale," ma quando arriviamo a casa noi potremmo vedere il tempo che trascorriamo con il nostro coniuge o con le nostre famiglie come "festaiolo” o “mondano”. Questo è il problema! - abbiamo effettivamente tolto "il sacro" e il "religioso" dalle nostre case ed è stato relegato soltanto al lavoro di "chiesa".
Dal punto di vista Unificazionista questo è teologicamente e dottrinalmente incoerente, in quanto per formare delle "vere" famiglie in modo sano, le nostre menti e i nostri corpi si devono unire, e questo è un imperativo teologico centrale su come noi crediamo di poter creare un mondo di pace, armonia e unità. Dobbiamo non separare il sacro da ogni aspetto della nostra vita, anche quella che riteniamo più "mondana”.
Quando respiriamo dovremmo essere con Hananim, [Dio], capire come siamo alimentati dal soffio Divino della vita. Quando camminiamo noi dovremmo camminare con Dio e quando ascoltiamo il canto di un uccello, lo si dovrebbe ascoltare con gratitudine per tutti coloro che non lo possono sentire. Tutte queste cose consistono sicuramente nella pratica religiosa in quanto aumenta la nostra consapevolezza della sacralità della cosa più semplice e ci riempie di gratitudine e stupore per il dono di essere vivi.
Tuttavia, dobbiamo anche estendere la definizione di " pratica spirituale, religiosa" per includere anche i momenti più banali, normali, ripetitivi, e / o apparentemente "noiosi" nella nostra vita - soprattutto come Unificazionista, il tempo investito con le nostre famiglie.
Nel mondo ideale non ci sarebbe bisogno di dogma e della religione Il Vero Padre afferma che nel mondo ideale non ci sarebbe alcun bisogno del dogma e della religione. Afferma che l'umanità sarebbe in grado di vivere in completa unione e comunione con Dio. Non ci sarebbe alcun bisogno della formalità della religione perché sentiremmo così intimamente l'esperienza della presenza di Dio nelle nostre attività quotidiane e nella vita.
Questo è un punto critico da ricordare l’Unificazionismo non è qualcosa solo da sapere, ma più importante qualcosa da essere vissuta. Quando facciamo i compiti con i nostri figli o anche quando li aiutiamo ad imparare ad usare il "vasino", dovremmo trasformare questo momento in un momento di “pratica religiosa, spirituale” seria ed autentica.
Quando portiamo la famiglia a vedere un bel film dovremmo trasformare questo momento in un momento di "pratica religiosa". Quando approfondiamo il nostro rapporto con il nostro coniuge attraverso una sana comunicazione, dovremmo trasformarlo in una "pratica religiosa!" Ogni momento della vita è un'esperienza fresca e nuova. Anche quando andiamo a prendere i bambini a scuola o li aiutiamo a fare i compiti, ogni giorno è un momento unico, nuovo e prezioso.
Questo cambiamento nella nostra visione non è solo una svolta intellettuale o ovvia. Richiede una totale trasformazione del modo in cui noi sperimentiamo e viviamo nel mondo. Questa è la ragione della pratica dell’ Unità Mente-Corpo. Non basta semplicemente vederla solo come una pratica religiosa con i nostri figli o con il nostro coniuge. Dobbiamo veramente sentire la sacralità e la santità di tali esperienze, dobbiamo imparare a controllare la nostra natura caduta, e dobbiamo diventare consapevoli della grandiosità del dono della vita, proprio adesso!
Questa nuova consapevolezza è rafforzata inizialmente nella nostra Unità Mente Corpo, nella trasformazione della mente e del corpo.
Esercizi per l'unità mente corpo
Attraverso l’esercizio dell’unità mente corpo sperimenteremo la santità e la profondità di ogni singolo respiro di vita. Coltiveremo una profonda gratitudine per le cose semplici che spesso sono date per scontate come "doni di Dio." Quando siamo in grado di sperimentare un profondo stato religioso, allora il trascorrere del tempo con la nostra famiglia non lo considereremo solo come un momento “religioso” ma percepiremo fino al midollo delle nostre ossa la preziosità e la grandezza di una tale benedizione e dono così significativo. In questo libro ci occuperemo in primo luogo della questione dell'unità mente e corpo a livello individuale. Perché? Perché gli individui comprendono le coppie sposate, le famiglie, le società e il mondo. Abbiamo una tendenza ad enfatizzare la famiglia senza capire o senza creare un adeguato slancio nei confronti dell’educazione dell’individuo. Così, con l’obiettivo di creare una "vera famiglia", ma senza la disciplina appresa


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